domenica 17 luglio 2011

(parte I) Les Beaux arts reduits a un même principe di Charles Batteux o "sull'imitazione"

Sulla scia degli ultimi tre post, vorrei prendere in considerazione un testo che si è rivelato molto interessante: si tratta di Les Beaux arts reduits a un même principe di Charles Batteux, che ho potuto leggere gratuitamente in francese direttamente da google libri. 

La tendenza di tutto il libro è quella di considerare come principio fondamentale della produzione artistica l'imitazione della natura: questo vale per tutte le arti (dalla pittura alla musica) e vale anche come principio estetico delle opere artistiche. 

L'IMITAZIONE E LE ARTI
Partendo dalla considerazione che lo spirito umano può creare solo impropriamente, tutte le forme di produzione portano l'impronta di un modello, da parti prese dalla Natura. 
Inventare non significa donare un certo essere a un oggetto (sarebbe, invece, il creare), ma è riconoscere dove e come è: tutto quello che è di artistico, c'era già precedentemente. Di conseguenza, la figura del genio è, per Batteaux, come la terra che non produce nulla che ella non abbia già ricevuto dai diversi semi. 

Insomma tutte le conoscenze che lo spirito umano può recepire dalla Natura, diventa il punto di partenza, l'origine, il germe delle produzioni artistiche: il genio ha come limite l'Universo. 

L'uomo non può creare, non può distruggere la Natura, può, però, seguirla e imitarla e di conseguenza tutto quello che produce non può che essere imitazione. Questa è copier un modéle in cui:
  1. è necessario avere a disposizione un prototipo che porti i tratti che si vogliono imitare;
  2. si produrra una copia che rappresenta.
Tutte le arti non hanno propriamente delle regole, ma presentano una serie di impronte, tracce dell'esempio della Natura e hanno il compito di trasportare i tratti che sono dentro la Natura e di presentarli negli oggetti. Il pittore attraverso i colori rende gli oggetti visibili, il poeta attraverso le sue invenzioni e l'armonia dei versi riempe lo spirito d'immagini e il cuore di sentimenti. Insomma, le arti producono oggetti che non sono veri, ma solamente verosimili dal momento che, ad esempio, un quadro dipinto (imitazione degli oggetti visibili) non presenta nulla di reale, nulla di vero, tutto è verosimile e la sua perfezione dipende solamente dalla somiglianza con la realtà. 

Tutte le arti non producono che oggetti immaginari, fittizi, copie e imitazioni verosimili. Infatti, scopo dell'arte è proprio quello di rappresentare perfettamente il modello della Natura al punto da non poter comprendere più quello che è vero, da quello che è verosimile. Inoltre, l'imitazione è una dei principali fonti di piacere che le arti causano (Aristotele): lo spirito umano gioca, si esercita nel giudizio (azione attiva che comprende la volontà e la presenza dell'uomo da intendersi come testimonianza da un lato e la sua intelligenza dall'altro) nel paragonare i modelli con le copie.

ASPIRARE A IMITARE PERFETTAMENTE LA NATURA
Quando si parla di imitazione e di arte, soprattutto nel Barocco, si devono prendere in considerazione altri due termini: il genio o genialità e il gusto, elementi che hanno un rapporto strettissimo.

Seguendo Aristotele, Batteaux afferma che se le arti sono imitatrici della Natura, questa dovrà essere un'imitazione saggia e illuminata, non una copia servile; si tratterebbe non di una imitazione "telle qu'elle est en elle meme", ma "telle qu'elle peut-etre et qu'on peut la concevoir par l'esprit".

Non si considera tanto il vero, ma il vero che potrebbe essere, il bel vero che è rappresentato come se fosse reale e con tutte le perfezioni.




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